Che cosa potrebbe nascere se si unisse un antico culto orientale (la dea Kalì) con una amena e antica regione dell'Asia Minore (la Lidia)? Ma i Kalidia, naturalmente. Giovane band emergente proveniente dalla roccaforte del Power Metal italiano, la Toscana; i Kalidia definiscono la propria musica 'Power Melodic Metal'. In termini pratici, ciò si traduce in un Metal molto soft e semplice, fortemente contaminato da elementi Power, Gothic Metal e Pop, caratterizzato da tempi moderati, sound bilanciato e un ruolo importantissimo ricoperto dalla voce solista. Una voce molto particolare e per certi versi inconsueta per una band Metal, datosi che la frontwoman, Nicoletta Rosellini, è un mezzosoprano, dotata di un timbro scuro molto bello, forte e d'impatto. Un tipo di voce che nell'album di debutto della band, "Lies' Device", recentemente edito, offre gran prova di sé e fa la differenza. Il disco si apre con "Lost Mariner", il pezzo più epico e di gran lunga il migliore: un buon riff di tastiera, melodie vocali semplici e azzeccate, ritmiche che oscillano sapientemente tra groove e tiro nell'arco dei sei minuti di durata. Segue "Hiding From The Sun", un buon brano con un bellissimo riff iniziale; peccato che il ritornello sia breve, forse troppo. La terza canzone, "Dollhouse (Labyrinth Of Thoughts)", ha un taglio più Pop, con melodie più sfumate e meno d'impatto, dove la vocalist offre uno spaccato notevole dei suoi toni bassi. La quarta e la quinta traccia, "Reign Of Kalidia" e "Harbringer Of Serenity", sono notevolmente più interessanti, con riff azzeccati, ritornelli molto catchy e sound vicino al Gothic Metal. Ma l'ultima canzone citata, che ricorda vagamente gli Epica, si rivela in particolare uno dei pezzi più belli dell'album, valorizzata dal duetto tra Nicoletta e Andrea Racco, cantante degli Etherna. "Black Magic", la sesta traccia, è piuttosto curiosa, oscillante tra l'irriverenza dello spigliato tema portante di tastiera e un ritornello più cupo ed evanescente. La ballad (più che una ballad, sarebbe più corretto definirla lento), "Shadow will be Gone", risulta assai piacevole, con melodie rilassanti e ben definite, nonostante una certa ripetitività strumentale. Segue la titletrack: un brano dal forte impatto e dai numerosi stacchi. "Winged Lords" è un punto di caduta, priva della cura che di solito la band riserva ai brani: ma si sa, in ogni album (o quasi) c'è sempre una "pecora nera". Un risultato migliore viene realizzato nel pezzo di chiusura, "In Black and White", senz'altro più gradevole del precedente, ma non al livello di "Lost Mariner" e "Harbringer Of Serenity". "Lies' Device" è alquanto controverso e, per certi aspetti, spiazzante. I Kalidia hanno considerevoli pregi: una voce insolita e potente; palpabile abilità compositiva; una certa compattezza a livello di gruppo. Qualche elemento critico è presente: pochissimi cori (un vero peccato, giacché avrebbero potuto valorizzare meglio le strutture delle singole canzoni); componente Power un po' sacrificata; batteria lievemente sottostimata, nonostante Gabriele Basile sia un drummer di tutto rispetto. Ciò però non inficia sulla qualità del risultato finale. A conti fatti, "Lies' Device" è un buon disco di debutto, in cui i Kalidia hanno mostrato parte del loro potenziale e lasciatone trapelare una parte latente ancora da scoprire. Resta fervida la speranza che nel prossimo album la band possa esprimersi completamente e la grandezza che reca in sé venga definitivamente palesata.
VOTO: 7,5/10
-Maglor-
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