Difficile da giudicare il debutto di quest'anno dei pugliesi Rabhas. Nel loro “Demolizione” c'è tutto quello che un musicista amante della musica estrema (sia Metal che non) possa trovare per soddisfare le proprie orecchie: dal Death Metal all'Hardcore, Thrash, qualche inserto Punk e Jazz e anche un po' di originalità, con l'attitudine ereditata senza dubbio dai Cripple Bastards di cantare i pezzi in italiano e in maniera abbastanza sguaiata. Ma c'è anche un'altra cosa, e non è tanto positiva: l'instabilità. A furia di mischiare vari generi tra loro hanno fatto un sound non compatto e che non riesce ad andare in una direzione specifica, ulteriormente penalizzato dalla produzione non di certo al top e che rende i suoni di chitarra "incolori" e poco potenti. La prima parte dell'album è a dir poco scialba, capace sì di far alzare il sopracciglio più di un paio di volte ma senza completamente stupire come avrebbe potuto benissimo fare se ci fosse stata un po' più di cura nel rifinire i vari aspetti (ascoltare tracce come “Il Marcio”, la title track e “Allucinazione Marziale” per capire); nella seconda parte però il tutto si riprende abbastanza e mostra in più punti le potenzialità del gruppo (sopratutto nella finale “Tutti Vs Tutti”, dove vi sono anche dei gustosi virtuosismi al basso) ma lascia incredibilmente l'amaro in bocca per l'occasione sprecata. Discreta la performance vocale di Pico mentre le parti di chitarra di Manson e della batteria di Sguicio non riescono, come già detto, ad emergere come dovrebbero a causa anche della produzione (autoprodotto, perciò da questo punto di vista può essere comprensibile). Mi spiace dirlo ma “Demolizione” è un album che si perde nella massa, che non riesce a distinguersi nonostante gli elementi alla base ci fossero. Confido comunque in futuro che i Rabhas riescano a valorizzare e a rifinire al meglio delle idee tutto sommato valide.
VOTO: 6/10
-ULTHAR-
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