mercoledì 23 luglio 2014

INTERVISTA AI MALE MISANDRIA

I Male mISANDRIA

Ciao Dario! Partirei subito con la solita presentazione del progetto, chi siete, cosa fate e se ti va... Perché lo fate?

(Dario): Ciao, più che progetto parlerei di non progetto, in quanto finora non abbiamo voluto esprimere altro che noi stessi attraverso la musica... Progettare significa porre avanti, mentre noi abbiamo sempre e solo parlato del presente. Perché lo facciamo... Perché personalmente sento un'energia che mi porta ad esprimere me rapportato al contesto, non c'è una vera e propria spiegazione... Come quando i primitivi sentivano l'urgenza di graffiare le pareti delle caverne per immortalare le loro imprese... Appunto la voglia di descriversi rapportati con l'esterno.

Potremmo paragonare questo sentimento al complesso della "mummia"che ha mosso la fotografia e il cinema, la voglia di immortalità, di lasciare un segno di sé, se ho capito bene?


(Dario): Non è tanto questo, è più una voglia di aprirsi all'incontro di persone lontane che la pensano come te, sia nel presente che anche nel futuro, ma non è la stessa cosa del voler rimanere a tutti i costi nella storia, chissenefrega!

Partiamo dal vostro nome: "Male Misandria"; ti andrebbe di spiegarmi esattamente cosa intendete con questo?

(Dario): Sì, te lo spiego proprio in due parole: non sentirsi a proprio agio in contesti pre-definiti, ma costruirsi il proprio.

Come nasce questo non-progetto?

(Dario): Nel 2006 suonavo in gruppo Tharsh/Black Metal, non mi sentivo più parte di ciò che credevo fosse l'attitudine dell'ambiente, quindi ho voluto r-iniziare da 0 partendo da musica che mi comunicava qualcosa di me in quel momento (momento presente), rivalutando un po' tutto quello che si dà per scontato quando crei un gruppo, dal nome, al logo, ai testi... Tutto.


So che avete cominciato come one-man band composta solo da te; quando hai deciso di prendere con te gli altri due attuali componenti?

(Dario): Quando ho visto che quello che stavo facendo si apriva e comunicava una parte di me, che è stata accettata da due persone che sono tutt'ora i miei migliori amici... Non hanno contribuito al gruppo solamente per il progetto musicale, ma sopratutto per l'anima base di questa volontà di comunicare, che accennavo prima, la questione dell'aprirsi al simile.

Direi che l'equilibrio ottenuto è notevole, e già il primo EP che avete fatto insieme, "Volizione", è lì a dimostrarlo! Parlami un po' di questa vostra prima fatica di gruppo...

(Dario): Sostanzialmente è stata una spinta appunto da quel sentimento di inadeguatezza che richiama il nostro nome, e "Volizione" voleva descrivere quello che stavamo facendo: ridefinirci partendo da 0.

Male mISANDRIA - "Volizione" (EP)

Personalmente l'ho trovato un lavoro molto nichilista, sia come produzione che per temi trattati; sbaglio? Ti va di approfondirne i concetti?

(Dario): Sì sì ci sta come parallelismo... Lo 0 da cui siamo partiti e l'orizzonte di possibilità che avevamo davanti sono la base di quell'ideale filosofico! Concetti di "Volizione"... Alcuni testi parlano di violenza ("Dio", "Siamesic Stirner", "Natural Death", "Sucks"...) che era il mood che accompagnava quegli anni... A 17/18 anni andavamo ai concerti solo per far del male pogando e non per goderci la musica di chi stava suonando... Vedevamo l'andare ai concerti come il luogo dove finalmente potevi fare quel cavolo che ti pareva. Le altre canzoni, tipo "Noosphere", invece parlano di codici che abbiamo cercato di decodificare dalle esperienze e dai pensieri... Tutto il nostro nuovo EP è su questo andazzo come tematiche.

Si ritorna insomma al caos primordiale!

(Dario): Per quanto riguarda le tematiche non le descriverei come caotiche, anzi, guizzi di chiarezza.

Ad ogni modo dal nichilismo siete giunti a sviluppare temi parecchio diversi nel vostro primo album "E.DIN". Parlami di questo lavoro e dei suoi punti più importanti, a partire dal titolo

(Dario): E.DIN è disco eterogeneo (spero) che parla di vari temi: intimità, morale, regole personali e le regole per distruggerle. Il titolo significa il luogo dei giusti, e ci vedevamo giusti nel senso di rinati dalla nostra stessa cenere, persone che hanno fatto quello che tutti dovrebbero fare, questo è il pensiero che aveva fatto nascere E.DIN.

Male mISANDRIA - "E.DIN"

Il percorso che avete tracciato per quanto mi riguarda è come una serie a puntate di cui attendo i pezzi! Mi parleresti adesso della vostra ultima release e di eventuali progetti futuri? Mi è parso prima di capire che è uscito un nuovo EP.

(Dario): Sì, come dicevo il nostro ultimo EP parla di codici che abbiamo decodificato dalla natura in sostanza, filtrato ovviamente da come le percepiamo noi ed espresse allo stesso modo; in sostanza sono testi con temi più oggettivi, ma espressi in modo meno razionale... Un po' più emotivo.

Male mISANDRIA - "ICARVS" (EP)

E per quanto riguarda il vostro ultimo split?

(Dario): Lo split con Malveillance è venuto fuori per caso: stavo contattando delle etichette e la Suffering Jesus Records mi ha proposto di fare uno split con Malveillance usando delle canzoni di "E.DIN"; a me non piaceva l'idea di snaturare E.DIN, quindi ho proposto di comporre delle nuove canzoni appositamente per lo split e sono nati quei brani lì in sostanza, le ho composte in una settimana, a distanza di tempo me ne vergogno un po' perché è stato dedicato poco tempo e poca attenzione per creare un risultato soddisfacente.

(Addirittura...)

(Dario): Sì sì, è una pubblicazione che toglierei dalla nostra discografia, per quanto le canzoni siano carine, non posso dire di sentirle mie.

Male mISANDRIA - Split w/ Malveillance

Ora ti chiederei di parlarmi in breve dei progetti futuri dei Male mISANDRIA, prima di andare un attimo a scavare sul vostro lato concettuale.

(Dario): Mentre stavamo registrando lo split era in corso la composizione del prossimo full length, per ora è quasi completo... Non so quando lo registreremo e se lo registreremo, vedremo... Le canzoni ci sono.

Sa cosa dipende la realizzazione di questo lavoro?

(Dario): Prettamente dalla voglia di Magris: si è rotto le palle di suonare la batteria e adesso suona il violino, quindi vedremo se registrarlo con un session member o lasciar stare; Magris comunque collaborerebbe alla realizzazione del disco anche non suonando la batteria.

Non butterei via la possibilità di inserire nei vostri pezzi un violino. Quindi, se ho ben capito, il non-progetto Male mISANDRIA a breve rischia di finire?

(Dario): Non credo. Cesserà quando moriremo!

E' un modo di vedere la cosa che mi piace molto. Andiamo un attimo più in profondità: prima mi hai detto che questo non-progetto è una vostra forma di pura auto-espressione, dunque ti chiedo, cosa ne è venuto fuori? Vi riconoscete sempre e comunque in quello che partorite? E se no, perché?

(Dario): In questi anni di composizione devo dire che ciò che rimane sono dei checkpoint che ti fanno ricordare com'eri e cosa pensavi... Spesso quando non scrivi/esprimi quello che sei a lungo andare te ne dimentichi o hai ricordi molto vaghi... Io quando prendo in mano "Volizione" o il primo "Übermensch" ho un chiaro simbolo di ciò che ero e posso riviverlo ascoltandolo; e si, ci riconosciamo sempre in quello che facciamo... L'unico caso in cui personalmente non mi riconosco è lo split con Malveillance, a cui non è stato dedicato il tempo necessario alla fase di composizione/revisione dei pezzi, quel che è stato realizzato non è totalmente astruso rispetto a noi... Però i precedenti album ci rappresentano di più.

Quindi diciamo che per voi riascoltare un vostro vecchio lavoro è un po' come rileggere una storia che infondo conoscete raccontata con parole vostre? E in tutto questo c'ho che è esterno da voi come si inserisce? Nel vostro non- progetto come lo vedete l'elemento "altro" rispetto a voi?

(Dario): Sì, direi un pezzo di biografia... Beh, una persona nel suo essere contiene una parte del contesto che lo circonda.

Raccontate l'esterno tramite voi stessi quindi?

(Dario): E' l'esterno che si racconta attraverso noi, influenzandoci.

Cosa vorreste che arrivasse a chi vi ascolta? Nel senso, il messaggio è univoco o interpretabile a seconda delle soggettività che fruiscono il vostro lavoro?

(Dario): Noi cerchiamo di trasmetterlo nel modo più univoco possibile; sinceramente vorrei distaccarmi dall'arte intesa come il senso di ogni composizione sta “negli occhi di chi guarda", 
lo vedo un atteggiamento inutile perché il fruitore ci vedrà sempre e solo una parte di sé e non dell'emittente del messaggio... Noi invece vorremmo esprimerci nel modo più chiaro possibile.

Beh, penso che nella fruizione la soggettività di chi guarda/ascolta sia un elemento importante, se uno non fa riferimento a se come può sentire empatia per quello che esprimete?

(Dario): Certo, quando la soggettività non porta a travisare il messaggio ricevuto.

Sono d'accordo, ed è proprio dei "messaggi" che volevo parlare! In termini di "messaggi", cosa esprimete o cosa avete espresso data la natura variabile del vostro non-progetto?

(Dario): Qui non posso discostarmi tanto dalla banale risposta: ciò che pensavamo/reagivamo al contesto, gli argomenti dei testi sono molteplici e son scaturiti da letture o da esperienze. Prendo una canzone a caso, “Alba”: Magris sentiva stretta la quotidianità e sperava sempre in qualcosa di inatteso che stravolgesse il piattume, non è qualcosa di tanto diverso da quello che fanno tutti i gruppi del mondo.

Non è molto diverso da quello che dovrebbero fare tutti i gruppi del mondo! Ad ogni modo: quindi qualsiasi cosa può influenzarvi, come è giusto che sia, ma avete qualche riferimento preferito? Insomma, qualcosa che è più influente di altro? Ovviamente non parlo solo a livello musicale.

(Dario): In questi ultimi mesi sto ascoltando Zomby, per quanto riguarda musica un po' più vicina a noi... Antediluvian sicuramente, Portal, Ascension, gli Altars un po', insomma gruppi così; non propriamente nel nostro genere, ma che si avvicinano; almeno, si avvicinano di più rispetto a Zomby.

Parlando appunto del vostro genere, tu come lo definiresti? Alla base sembra essere un ibrido tra Grind e Black Metal, ma le influenze si sprecano spaziando anche in generi come lo Screamo e il Power Violence.

(Dario): Io le definirei semplicemente Hardcore, anche per una questione di termine... Hardcore = il nucleo, al centro della questione, è quello che cerchiamo di fare... Descriverci senza tanti giri di parole.

In Italia c'è una bella tradizione in ambito Hardcore! C'è qualche realtà alla quale vi sentite più vicini o alla quale vi sentite almeno affezionati?

(Dario): Boh evito di fare la lista dei soliti nomi intuibili, un gruppo che a cui ho sempre tenuto un casino sono i Confusione, ecco dai... Così... Il resto si sa. I grandi miti del passato non possono non influenzare chi si accinge a suonare musica estrema in Italia, se vuoi fare qualcosa di tuo devi scontrarti per forza con i vecchi capisaldi!

In certi ambiti è quasi un dovere! Che mi dici del rapporto dei Male mISANDRIA con la realtà dei concerti? Mi è parso non ne facciate molti, c'è qualche ragione in particolare?

(Dario): Sì, abbiamo deciso di non farne più: siamo passati da suonare, a suonare seduti a non suonare. Personalmente non mi piace molto suonare live e credo che ci sia un differenza sostanziale tra i gruppi che fanno live e chi no... Proprio di una differenza comunicativa, credo che non fare live renda il messaggio più oggettivo.

Cosa ti ha portato a questa conclusione?

(Dario): Per esempio preferisco molto di più i gruppi che non fanno live e non ci sono foto dei membri. E' stata una conclusione abbastanza naturale, a un certo punto ci siam resi conto che non ci interessava più fare live e abbiamo iniziato a declinare le proposte che ci venivano fatte, siamo tipi abbastanza sedentari e fare live credo contrasti con le nostre personalità.

Devo dire che un fare così distaccato manda un messaggio forte.

(Dario): Già... A noi non ci è mai interessato di veder gente che pogava, anche perché la nostra musica non è volta a far casino, non-musica ecc. Noi abbiamo sempre voluto esprimere quello che siamo con la speranza che qualcuno ci capisse e condividesse la nostra visione, quindi ho sempre preferito un pubblico immobile e attento piuttosto che un pubblico da ubriaconi, e la cosa più Hardcore da fare in questi momenti, per andare al nocciolo della questione, è far si che un fruitore ci ascolti a casa.

Magari con il libretto dei testi davanti... Comprendo perfettamente ciò che intendi, ma in questo, il lato ludico della cosa non verrebbe un po' a mancare?

(Dario): Per me non c'è un lato ludico in noi, almeno, spero non ci sia. Il divertimento quando si parla di arte è una cosa da evitare come la peste, se poi qualcuno ci trova qualcosa di funny nelle nostre composizione mi scuso, ma non era nostra intenzione...

Lato ludico inteso nel godersi quello che si sta facendo, di goderne mentre gli altri ne godono; intendo questo... Provare piacere pur esprimendo cose che di divertente non hanno nulla.

(Dario): Ah ma io personalmente me la godo alla grande, quando compongo mi sento in un altro pianeta e spero che l'ascoltatore si senta così quando ascolta i nostri pezzi, altrimenti vuol dire che abbiamo sbagliato qualcosa.

A questo punto ti va ti introdurci a qualche nuova tematiche che affronterete nei prossimi lavori, o vuoi anticipare qualcosa? Dimmi tu.

(Dario): Il prossimo disco è un completo cambio di stile, sarà un concept album, quindi niente da spartire con quello che abbiamo fatto precedentemente, parlerà della nascita dell'uomo e conterrà 13 pezzi, in teoria.

Mi pareva che anche E.DIN in qualche modo fosse un concept, o sbaglio?

(Dario): No no... E.DIN non parla di un concetto ben definito ma appunto di noi, molteplici messaggi racchiusi in un album, mentre il prossimo mirerà ad un unico messaggio analizzato in 13 canzoni.

In stile Ulver con Bergtatt, diciamo.

(Dario): Sì, più o meno, come stile è simile.

Attenderemo con una certa pazienza e con la speranza che arrivi, visto quello che mi hai detto prima.

(Dario): Sì, spero anche io...  Io e Puja vogliamo realizzarlo, credo anche Magris, ho contattato un batterista che vorrebbe registrarci i pezzi... Son un po' più complessi dei precedenti, quindi ci vuole un certo impegno a suonarli... Vedremo dai.

Ti faccio un' ultima domanda prima di chiudere, dopo di che ti lascio uno spazio libero per lasciare un paio di link , fare dei saluti; insomma, tutto quello che vuoi. Tu personalmente, cosa cerchi di cavar fuori per te dal tuo lavoro? Qual'è la soddisfazione, cosa ti spinge a continuare nonostante le varie difficoltà che comporta il suonare?

(Dario): Un feedback da qualcuno che condivide ciò che diciamo, e far sentire meno solo qualcuno che la pensa come noi. Nient'altro. Grazie.

Intervista a cura di -Black-


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