"La semplicità è l'estrema perfezione". Questa frase, attribuita a Leonardo da Vinci, racchiude una verità spesso dimenticata. "La semplicità (è), cosa rarissima ai nostri tempi" diceva Ovidio duemila anni fa. Chissà che cosa direbbe oggi, di fronte alle complicazioni inutili di una vita che deve essere sempre più decodificata per essere compresa. L'arte, da sempre specchio della società è andata di pari passo e spesso di perde in divagazioni teoretiche, citazionismi e complessità. Riacquistare la leggerezza e affidarsi a una sottrazione è l'unica via per raggiungere il cuore, le emozioni. La musica deve ricercare questo. Io non so se Ovidio e Da Vinci avrebbero apprezzato il suono degli spagnoli Rainover, ma indubbiamente ne avrebbero condiviso l'intento artistico. Ogni nota che troverete in questo "Transcending the Blue and Drifting into Rebirth" è un necessitato tassello che costituisce una cattedrale. Il suo stile lo potremmo definire Romanico. Nessun eccesso barocco, nessuna inutile ridondanza. Ciò non significa povertà negli arrangiamenti e nei suoni, ma una ergonomia vicina al design più ricercato. Un minimalismo capace di racchiudere il sublime. Per raggiungere questo è necessaria maturità, consapevolezza e una grande preparazione. Prendiamo per esempio la meravigliosa opener "Rebirth": una canzone perfetta. Ogni linea vocale, ogni passaggio strumentale, sembra fatto apposta per arrivare diretto al cuore. I suoni, estremamente curati ma caldi e naturali, sono la cornice perfetta che permette di apprezzare appieno questo gran bel disco, che non mi limito a consigliare agli amanti delle sonorità Gothic Rock. Il grande pregio di questa band, guidata dalla front-woman Andrea Casanova, è quello di essere accessibile a chiunque. Dagli amanti del Pop, ai più incalliti metallari.
VOTO: 9/10
-BERTUZZ-
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