giovedì 17 aprile 2014

OBSIDIAN TONGUE - A NEST OF RAVENS IN THE THROAT OF TIME


Gli Obsidian Tongue sono una band Atmospheric Black Metal fondata nel 2009 da Brendan Hayter, nel Massachusets. Dopo svariati demo e un full-lenght ("Volume I: Subradiant Architecture"), nell'estate del 2013 rilasciano questo disco, "A Nest of Ravens in the Throat of Time". La prima canzone "Brothers in the Stars" dona al disco un inizio lento, con un riff pesante ed opprimente, evolvendosi in un incedere veloce e con una ritmica martellante. La voce mi riporta subito alla mente i russi Alienation Cold, ma con dei cori in clean di sottofondo. A metà il riff cambia e la batteria vira il ritmo spostandosi su rullate e blastbeat; sono presenti anche inserti Prog molto effettati; l'ultima parte del brano si discosta infatti dal resto dell'album come genere. Procede sulla stessa linea anche "Black Hole in Human Form", anche se più oscura e con una batteria che assume in più punti un incedere marziale. Perfetto l'assolo iniziale di "My Hands Were Made to Hold the Wind", come il resto della canzone, secondo me la più riuscita dell'album, dove la prova del vocalist è più malata e toccante. Nel centro si interrompe bruscamente per fare spazio ad una parte in cui colpi di batteria, fischi di chitarra e lamenti di sottofondo creano una inaspettata sensazione di ansia, che viene aggravata dall'emozionante proseguimento. Il quarto brano, "The Birth of Tragedy", prosegue sulla falsariga del primo brano, inizio sulfureo e cori puliti già sentiti, come anche l'intermezzo. "In Individuation" lo stile ritorna su quello del Black Metal classico, in cui si intravede lo spettro dei Darkthrone di "Transilvanian Hunger", molto più violento e primitivo; tuttavia non mancano i cori e gli effetti che sembrano caratterizzare la band. L'ultimo brano è molto interessante: parte con un intro molto lungo e meditativo, con la presenza di un sintetizzatore e con gli immancabili cori, per sfociare in quello che è a tutti gli effetti un brano DSBM. Che dire, un disco che ha i propri pregi ma anche i propri difetti: purtroppo a questi Obsidian Tongue secondo me serve molta più creatività; alcuni pezzi sono molto buoni, ma altri sembrano decisamente ricalcati... La stilistica dopo un po' diventa piuttosto noiosa. Inoltre i pezzi (ad esclusione di "My Hands Were Made to Hold the Wind") sono tutti oltre gli otto minuti, il che contribuisce a rendere piuttosto pesante l'ascolto del disco. In conclusione un album buono, per la presenza di brani come quello sopra citato e "Brothers in the Stars", oltre a varie idee che si trovano in pochi altri gruppi del genere. Tuttavia non è un lavoro che sapranno apprezzare in molti a causa della monotonia che investe alcune sue parti. 

-Gore666- 
VOTO: 7/10 



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