martedì 1 aprile 2014

BLACKAGE - SACRIFICELINE


Machine Head, Pantera e Trivium. Sono questi i tre capisaldi della giovane band originaria di Chiari, che si affaccia al pubblico con il suo debut album autoprodotto "Sacrificeline". Sicuramente gli ortodossi del Thrash Metal storceranno un po' il naso, non sentendo schizzargli durante l'ascolto del CD il sudore perso della band in sala di registrazione, ma... Vistose luci e altrettanto vistose ombre tuttavia qui c'è qualcosa in più, che sicuramente andrà a coprire (almeno in parte) le lacune lasciate dall'assenza degli anni '80 sui solchi del CD. Il sound proposto è Thrash influenzato da Death Metal e qualche chitarrona "Heavy"; ma quello che non va è proprio questo mix di generi. Mi spiego meglio: il mix sarebbe un qualcosa di esplosivo se la band fosse sicura della strada intrapresa... Sembra che in molti casi navighino nella nebbia dei riff che propongono, come se anche loro stessi non siano soddisfatti al 100% di alcune soluzioni. Per carità... Non vorrei buttare a terra un lavoro di tutto rispetto, ma sono più che convinto che la band ha ancora da limare alcune situazioni prima di riuscir a buttare nel mercato un CD scapoccione dall'inizio alla fine. “United 93” è proprio il prototipo di struttura che renderebbe più fluibile e "aggressivo" il disco, dove si può effettivamente sentire una compattezza d’insieme unita a parti lente più incisive, tutto costellato da assoli convincenti. Ma... Cosa rimane alla fine dell'ascolto? Restano alcune canzoni ben fatte, che sicuramente non fanno storcere il naso, una certa tendenza a trovar soluzioni più articolate, che però non risultano amalgamate e ben inserite nelle strutture delle songs... In poche parole: tante idee ottime, affiancate purtroppo a molte idee che definirei "acerbe", più che non del tutto riuscite. Ciò che serve alla band è quello di trovare un'unica via musicale, e di perpretrare quella, così da avere un prodotto più omogeneo che renda il tutto più compatto e devastante, magari soffermandosi anche di più sulle vocals, belle ma a tratti poco incisive. Se riusciranno a limare queste sfumature di sound, è possibile che già dal prossimo album di questi ragazzi potranno sfornare un lavoro veramente massiccio e ben fatto. Per adesso già questo lavoro è un buon inizio, e auguro ai ragazzi tanta tanta fortuna per il futuro (associata a tanto tanto allenamento nella stesura dei nuovi brani).

VOTO: 6,5/10
-Death Vibrion-



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