L’ Horror Metal è davvero un genere pieno di sorprese: si percepisce un qualcosa di oscuro, epico, maestoso che richiama alla mente fantasmi, zombie e creature della notte. Si tratta di un genere che verrebbe meglio valorizzato se ascoltato la notte di Halloween (immaginate che atmosfera!). L’album incomincia con “Spell”, brano ricco di cambiamenti improvvisi: non stiamo assistendo all’esibizione lirica presente nel film “Il fantasma dell’Opera” di Dario Argento, ma è proprio l’intro che ricrea una simile atmosfera; le strofe alquanto pesanti rivelano un influenza Melodic Death Metal grazie alla voce graffiante e incisiva e alla maestria del batterista. Il ritmo tende a rallentare nel momento più importante del brano, proprio quando quest’ultimo sembra assumere sfumature “oscure”. Un riff che ricorda tanto gli Iron Maiden all’epoca di Paul Di Anno introduce la seguente “Declaration of Spiritual Indipendence”. La batteria diventa ancor più martellante, la voce più grottesca e i riff di chitarra contribuiscono a creare quella sensazione di velocità sempre maggiore tipica dello Speed Metal. La struttura è simile al brano precedente, visto che subisce un progressivo rallentamento. Mettiamo ora da parte la velocità, in quanto si sfiora la perfezione: ”The Shadows’ Madame” non è fulminea, ma ricrea una sensazione di epicità senza precedenti. La voce sembra implorare, sembra aumentare sempre intensità e diviene impossibile per l’ascoltatore non distruggere tutto ciò che ha attorno. Incredibile l’atmosfera violenta che prevale dal primo all’ultimo secondo. Riff di chitarra complessi danno inizio a “Circle of Eternal Becoming”, ma la traccia non sembra reggere il confronto con la precedente. Fortunatamente riacquista vigore grazie alle infiltrazioni Doom e ai brevi assoli, sebbene resti ancora inferiore. ”The Magic Rebirth”, invece, è una sintesi di tutto ciò mostrato fin’ora: la voce non è nitida e ricorda tanto quella dei fantasmi dei film horror (quest’effetto è stato appositamente ricercato?), divenendo in seguito grottesca e feroce. Non mancano le atmosfere più pacate e oscure e quelle più brutali e rozze, per non parlare della presenza di un ulteriore assolo. Brano sperimentale, ma interessante. Questa volta in “Black Glory” emergono chiaramente i riff Thrash, pronti a sballottare l’ascoltatore da un lato all’altro, considerati i contrasti tra le diverse sensazioni appositamente ricreate. Vengono solamente ripercorsi gli schemi precedentemente delineati, ma non aspettatevi nulla di più. Terminiamo l’opera con “Absolute Vacuum”, che si rivela anche troppo sperimentale, ma nel complesso gradevole. Non è un album per tutti, questo è sicuro, ma soltanto per gli amanti dell’esoterismo, dei cambiamenti repentini e delle atmosfere oscure e magiche. Mentre molti distorceranno il naso, altri potranno godersi questo capolavoro.
VOTO: 9/10
-SADIK-
Ascolto: http://www.youtube.com/watch?v=TMPoaHkcmlw
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