mercoledì 4 settembre 2013

SECRETPATH - WANDERER AND THE CHOICE



















Tra le ultime uscite del Metal estremo Italiano (tanto per citare qualcosa, l’ ultimo degli Ade, Unbirth e Voltumna) bisogna aggiungere anche questo bel disco, partorito interamente dai bravi Secretpath, band Melodic Technical Death/Black Metal proveniente da Cosenza. “Wanderer and the Choice” narra del Wanderer, un “vagabondo” che passa -e vive- vari stati psicologici: il tutto viene espresso con un buon linguaggio e attraverso metafore, affrontando spesso tematiche filosofiche e complesse (inutile dire che bisogna impegnarsi per comprendere appieno la storia). Passiamo ora alla parte musicale: questo album ripropone tutti brani dei due vecchi demo e li rivisita, modificandoli quanto basta per trovare in loro un cambiamento evidente (può sembrare ironico, ma i dischi precedenti si chiamano proprio “The Choice” e “Wanderer”). Se si ascoltano le canzoni nei vecchi demo, e subito dopo quelle del nuovo disco, -oltre ad un ottimo miglioramento della produzione- si nota un cambiamento molto marcato: i brani perdono violenza e brutalità a causa di mutamenti nella chitarra (la quale non gode più di quel suono ronzante e perforaorecchie, ma viene messa sullo sfondo) e nel basso (maggiormente influenzato dal Funky/Jazz). E’ normale infatti che durante l’ ascolto alcuni brani possano sembrare fiacchi o stanchi, soprattutto se eravate abituati alle versioni precedenti, come me. La band gode di molti vantaggi: durante tutto il disco viene evidenziato soprattutto il poliformismo vocale del bravo cantante Paolo Ferrante, che alterna guttural cavernosi a scream laceranti, unendoli alla voce pulita ed alla lirica, andando pure su stilistiche di stampo orientale. Successivamente ci aggiungerei la chitarra, dotata di una certa capacità tecnica che riesce ad adattarsi più che bene a tutti i generi proposti… Approposito di generi: si segue sì il Black/Death, ma si vanno anche a creare forti infiltrazioni Progressive e Gothic, ma con la scelta di rendere il tutto più moderno. Credo che questa sia la classica band che o si ama o si odia, sopratutto la personale voce del cantante; non si seguono canoni o dogmi precisi, si prova a sperimentare in maniera moderna e si uniscono più generi contrastanti: ciò può piacere quanto ripudiare l’ ascoltatore. Tra le migliori tracce cito l’ opener “The Path”, la spaventosa “Nunc Sunt Flores”, la seguente e più rabbiosa “Still Darkness of the Abyss” e la più misteriosa “…And so I Return Into the River”, che mi rimanda ai russi Forest Stream. All’ inizio ero un po’ titubante per i vari cambiamenti, infatti ero più verso un voto più basso, ma dopo decine di ascolti fortunatamente ho compreso il disco, e personalmente non trovo voto più giusto di questo. Sono curioso di vedere cosa tireranno fuori in futuro questi giovani ragazzi, sperando ci mettano più atmosfera.

VOTO: 8,5/10
-SADIK-



Ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=jUKwfnXcQL0
Facebook: 
https://www.facebook.com/secretpath?fref=ts
News: 
http://sadikwebzine.blogspot.com/2013/09/secretpath-in-cerca-di-bassista.html

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