venerdì 17 gennaio 2014

LABYRINTHUS NOCTIS - D.U.N.N.O.S.






















Al primo ascolto quest’album dei Labyrinthus Noctis si è rivelato del tutto particolare ed insolito: mi ha reso l’idea di un senso di “misticismo”, se così possiamo definirlo. Tralasciata l’intro sinfonica “Dunnos”, sarà “Apatron” a trasportarvi in un Doom Metal un po’ differente dal solito. I lenti riff di chitarra si amalgamano ad una serie di melodie e sinfonie; ma come inizio questo sembra un po’ piatto. Notiamo dei miglioramenti con ”Infinity Behind The Apses”, dove la melodiosa voce femminile addolcisce notevolmente il brano. Cambiamo un po’ atmosfera con “Cold Altair”, la cui intro di chitarra già promette bene: presenta un ritornello interessante e ben strutturato, che difficilmente si dimentica. Unica cover dell’album: ”She said Destroy” dà questa volta spazio alla voce maschile, restando però inferiore alle altre tracce; il ritornello è a dir poco terrificante, vista la sua particolarità. Qualche attenzione spetta a “Rainbow You Live”, grazie agli accordi di chitarra che richiamano un po’ il periodo medievale. Oltre a questo, però, nessun altro elemento è tanto innovativo. L’album termina con “Esistential Black-Out”, brano possessore di assoli di chitarra alquanto interessanti e melodici. Mi viene difficile attribuire un giudizio all’opera: talvolta si percepisce qualche elemento innovatore, ma nel complesso ogni brano mantiene lo stesso andamento del precedente. Molti di voi, dunque, potranno non apprezzarlo fino in fondo. Consigliato a chi cerca qualcosa di insolito e, soprattutto, molto lento.

VOTO: 6/10
-MasterEvil-



0 commenti:

Posta un commento