Si ritorna a cannone con una nuova recensione subito dopo aver festeggiato “il natale del male” (come direbbe il buon Richard Benson). Dopo cenoni vari seguiti da apparizioni mistiche allucinanti, riguardanti Satana nell’atto di stuprare i vostri parenti più anziani, cosa c’è di meglio di un bel disco Grindcore per restare in tema? Il gruppo di cui vi parlerò oggi sono i Conviction, band lombarda conosciuta dai più spietati amanti del genere, per i due fantastici demo usciti nel 2003 e nel 2008, dal titolo “Undergrind” e “Brutal Entertainment”; ci regalano nel 2013 questo piccolo gioiellino del genere Grind nel senso più metallico del termine: “In Blast We Trust”. I quattro ragazzuoli di Pavia nel blast ci credono davvero, e ce lo dimostrano quasi per tutta la durata di questo loro primo full-lenght, uscito per la neonata etichetta “Mass Murder inc. Records”. Ci troviamo davanti a un Grind di matrice svedese in stile Nasum e Rotten Sound, bastardizzato con influenze di natura USA, come i Phobia (per farla breve quel Death-Grind nuova scuola in cui si pesta come degli addetti al martello pneumatico in un cantiere edile), impreziosito da un po’ di sano Brutal Death di scuola Aborted, passando per momenti più Hardcore in stile Integrity. I generi ed i gruppi citati sin ora piacciono davvero tanto al sottoscritto, ne consegue che la commistione di questi si qualifichi come vincente e renda tale il lavoro dei nostri Conviction, che a mio modesto parere rappresentano una delle poche realtà salde del genere rimasti a questo povero paesucolo! Il disco risulta scorrevolissimo, nonostante non sia esattamente di facile ascolto per via dell’ imponente muro di suono, che i nostri manovali del Grind erigono, perché l’ascoltatore ci si schianti di faccia. Canzoni con un minutaggio quasi insolito per il genere, poiché oltre ai pezzi che durano una manciata di secondi, come vuole la tradizione, ne troviamo altri decisamente più lunghi e strutturati: una vera unione tra Grind e Brutal Death, anche temporalmente. Tecnicamente i nostri hanno tutte le carte in regola, il batterista per registrare questo disco come minimo deve aver perso 10 kg : il suo drummig è veloce e preciso, il suo blast martella senza perdere colpi. Le chitarre, come spesso capita in questo genere passano un po’ in secondo piano, ma risultano fondamentali a creare il menzionato muro sonoro, insieme al basso. La voce ci delizia, invece, con il suo set di urlacci sguaiati e un pregevolissimo growl di suola Brutal, squisitamente gutturale! Che dire di questi Conviction?! Oltre a dire che il disco funziona e colpisce per il suo essere “brutalmente articolato”, per la sua furia controllata e dosata, per l’uso sapientissimo di un genere che alla lunga può anche stufare. Questo “In Blast We Trust” è un ottimo primo album per i Conviction, con il quale si inseriscono di diritto tra le migliori proposte del genere; un genere ostico non più tanto trattato, un genere che spesso non fa porre l’attenzione dell’ascoltatore sul singolo brano (una recensione traccia per traccia sarebbe stata insensata) ma sull’impatto dell’intero lavoro; il qui presente album è da ascoltare nella sua interezza, compatto come un blocco di cemento, ma fortunatamente la sua scorrevolezza ci permette di farlo e goderne per tutta la sua durata! In conclusione vi consiglio vivamente di ascoltare questo e i lavori precedenti, perché se ascoltate Grindcore e affini, sono una tappa obbligata! Vi consiglio anche di tener d’occhio l’etichetta per cui questo pregevole “In Blast We Trust” è uscito perché a giudicare dalle prime due uscite promette davvero un sacco bene! Saluti molto poco cristiani dal vostro affezionatissimo -Black-.
VOTO: 8/10
-Black-
Ascolto
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