venerdì 25 ottobre 2013

WAKE ARKANE – THE BLACK SEASON


















Reduce da un devastante live dei Wake Arkane (band spalla dei Death SS, altrettanto fantastici), subito dopo aver comprato il disco, mi appresto a recensire “The Black Season”, album d’esordio della brava band Milanese. Partiamo dal basso: chi di voi conosce Dan Swanö, noto produttore e musicista (Katatonia, Nightingale, Edge of Sanity e Bloodbath)? Spero tutti, perché questo disco è stato proprio mixato dalla Unisound, famoso studio di Swanö, ospite nel brano “The Numb Experience”. Inutile dire che anche questa volta Dan ha svolto un’ottimo lavoro: il suono è pulitissimo e cristallino; un mixaggio e master più che ottimo spesso riesce a dare un tocco di classe al disco, ma qui fa molto di più: il tocco di classe si trasforma in un grandissimo punto di forza, che riesce a donare ad ogni sezione un suono d’alto livello, che arricchisce l’essenza musicale dei nostri musicisti. Spese due parole per la produzione, veniamo alla musica: i Wake Arkane seguono le atmosfere dei Paradise Lost e Moonspell amalgamandole con tratti Progressivi tipici dei migliori Edge of Sanity ed Opeth, servendo tutto questo su un piatto d’argento degno della intensità delle ritmiche di Meshuggah e Tool. Ottimi presupposti per avere un album Melodic/Progressive Death Metal di qualità direi. Il disco segue molto le linee melodiche, alternandole con parti più lanciate e violente, spezzando il tutto con sezioni maggiormente acustiche stile Alice in Chains, donando al prodotto finale molte atmosfere grazie al synth in sottofondo ed emotività. Ma in questo caso il centro delle emozioni non è la base, bensì le bellissime parti in clean che esibisce in quasi ogni ritornello il bravo cantante Helios, detentore di ottime tonalità sia in clean che in scream e growl. Una doppia chitarra veloce, pesante e melodica viene sorretta da una massiccia base creata dalle percussioni, in cui il basso esegue una buonissima prestazione, precisa ed azzeccata. Che dire… Tutto fila liscio perfettamente, dagli assoli ai ritornelli, dal riffing alle atmosfere e via dicendo, offrendo all’ascoltatore un ascolto sì impegnativo, ma anche emotivo, di gran qualità e soddisfacente. Non da meno è il songwriting, anch’esso pieno di emozioni e ben strutturato, seguono apprezzamenti anche per l’interessante copertina, creata interamente dal bravo Seth Siro Anton (Septic Flesh, Paradise Lost, Kamelot e Moonspell). Per concludere “The Black Season” è un lavoro già maturo e soddisfacente degno di essere ascoltato. Saremo in Italia, ma etichette discografiche, dove siete?! Pronti per il successo.

VOTO: 8/10
-SADIK-



Ascolto: http://www.youtube.com/watch?v=jwYdba6QzWI&feature=youtu.be
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