venerdì 4 ottobre 2013

BIFROST - THE DANCE OF THE EVANESCENT






















L'Avant-Garde Metal, definito anche “Experimental Metal”, è forse il sottogenere di Metal più criticato negli anni '90 dai puristi (i cosidetti “Trve metallers”) per via delle sue forti sperimentazioni che implicano influenze di altri generi come Jazz, Industrial, musica classica ecc. Ancora oggi band come Arcturus, In The Woods..., i Celtic Frost di “Into The Pandemonium”, i Voivod di “Negatron” ed altre spaccano schiere di fan, tra chi lo reputa geniale ed innovativo pur nella sua complessità e chi lo ha considerato la rovina del Metal estremo (un po' come con il Djent, per intenderci); in entrambi i casi la sua influenza ancora oggi si fa sentire eccome (Haggard, Gorguts, Ufomammut e co.) ed è quest'ispirazione che spinge il chitarrista Francesco de Meo a formare nel 2004 i Bifrost, dediti ad un Death Metal dalle influenze Psychedelic, Blues, Jazz/ Fusion e Ambient sperimentale. In parole povere Avant-Garde Death Metal... “The Dance of The Evanescent” è il terzo EP del gruppo, rilasciato quest'anno dalla Salatino Productions, e... Vi giuro, ragazzi: non ho mai ascoltato una roba del genere sul suolo italiano! Si parte con ordine: un breve giro di basso e batteria introduce subito la title track "The Dance of the Evanescent", con un riff di chitarra distorto per quasi tutta la durata del pezzo e la voce quasi Hardcore di Francesco de Meo che per metà traccia è l'assoluta protagonista, seguita poi dal growl di de Vito. La seconda traccia, “Drops”, sembra quasi una loro personale versione di “Planet Caravan” dei Black Sabbath, dove le vocals filtrate di Francesco Dragoni (stavolta più pulite e melodiche) lasciano poco spazio al growl, mentre le linee di chitarra danno un senso magico ed orientale al pezzo, per poi finire con una sfuriata Death in stile Cynic. La terza traccia, “Ashes On An Endless Embrace”, è più sul Death classico che sulla sperimentazione, nonostante la chitarra acustica frammenti in più punti la canzone e la voce pulita sia sempre presente seppur in quantità minima rispetto al growl questa volta predominante. Dopo la quarta traccia (l'acustica strumentale “Song of Ancient's Fate”), si giunge alla conclusiva “Ambivalence”, dove la prima metà è puramente Death Metal, mentre la seconda assume un'atmosfera più Progressive Rock di scuola Camel; forse questo distacco può risultare un difetto, in quanto non vi è quella “mescolanza” tra la parte Death Metal e quella sperimentale che vi è nelle altre canzoni. E' difficile dare un giudizio definitivo ad un gruppo come i Bifrost: la loro musica è talmente piena di influenze ed ispirazioni che la porta a creare un qualcosa di invidiabile, ma questa si tratta di musica non adatta ai puristi che considerano eccessive le sperimentazioni se sono predominanti in un disco. Consigliato a chi ha apprezzato dischi come “Negatron” ed “Into the Pandemonium”; è roba che pochi potranno godere al 100%. (Avrei voluto dargli 8, ma per regola del sito il massimo per un EP è 7)

VOTO: 7/10
-ULTHAR-



Ascolto: http://www.youtube.com/watch?v=-whgmgf9Msg
Facebook: 
https://www.facebook.com/BifrostBandFG?fref=ts

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