"Metal is dead", sentenziano gli Anymore, band bergamasca attiva dal 2010. Ed in un certo senso è vero, soprattutto quello "brutto, sporco e cattivo" (passatemi la citazione) che tanti proseliti ha fatto e continua a fare nel corso degli anni. I ragazzi non appartengono a questa scuola di pensiero: produzione chiara e pulita, qualche aiuto "elettronico" qua e là che non guasta ma che alla lunga può risultare ridondante, e tutto quello che serve per essere ascritti a questa branca della musica estrema che da un po' di tempo imperversa bellamente dovunque le nostre trombe d'Eustachio riescano ad arrivare. Non vorrei sembrare troppo critico, per cui mi spiego meglio: gli Anymore sono bravi davvero e hanno talento da vendere, ma purtroppo si sta parlando di qualcosa che ormai satura il mercato, se mai ce ne fosse ancora uno. Voglio dire, questi tempi spezzati e "rimbalzanti" (neologismo?) sono belli, sì, ma alla fine stancano e danno la sensazione di qualcosa di estremamente già sentito e risentito. Ascoltando i primi 3 pezzi ("Metal is Dead", "Downfall" e "Fucking Lies"), a prima impressione, ho subito pensato ai B.M.T.H., Tasters e Betraying the Martyrs. Il che non è male, figurarsi, però... Ho detto i primi 3 poiché da "Game Over" in poi, a mio modesto parere, esce fuori molto di più la personalità dei ragazzi: tempi a cui sopra se ne alternano altri più dritti e tirati, qualche accenno di blast beat e, soprattutto, risalta maggiormente la voce di Michele, padrone di un growl e di una capacità vocale di tutto rispetto, che (e questo è sicuramente un punto a favore dei nostri, che li distanzia da gran parte dei gruppi che propongono questo genere) non scade mai in quelle stupide melodie melense e scontate buone per ragazzini di 14 anni. Chiude il lavoro "Endless...", pezzo davvero stupendo e con un ritornello molto "catchy". Insomma, "Heartbeat" magari non cambierà la mia vita, ma non è niente male! Spero di vederli dal vivo.
VOTO: 6,5/10
-LENA-
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