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Trasformare emozioni, sentimenti e stati mentali dalla forma
astratta a quella concreta non è di certo semplice. Soprattutto in generi quali
il Depressive Black Metal l’esprimere qualcosa di forte è la base, senza ciò
verrebbe fuori qualcosa di completamente futile, sterile e banale. Gli italiani
About Abortions riescono a fare il contrario di tutto questo, concentrando
pienamente ciò che sentono nella loro musica, rendendola carica di dolore,
disturbante e malata. “Substance of my Psychosis” è ciò che resta delle menti e
delle anime di Solitudo Cyfer e Thirteen Forever, spremute fino al midollo
della propria essenza; il disco trasuda disperazione, angoscia, dolore,
desolazione, vuoto, malattia e agonia dall’inizio alla fine. Stilisticamente
parlando, rispetto al precedente demo, si può notare un grandissimo
miglioramento sia in campo compositivo che di lyrics: la base risulta meglio
strutturata ed eseguita, resa ottimale anche grazie alla registrazione; i testi
sono più maturi e meno basilari, nonostante non si sia raggiunto ancora uno
standard di livello alto. C’è da dire che il disco in generale suona bene, ma
bisogna ammettere però che la partenza non è delle migliori: “Amputation of
Torment” tutto sommato è un buon brano, ma a mio parere la parte iniziale non è
molto azzeccata, stesso per quanto riguarda il ritornello e la base strumentale
(molto sullo stile del primo demo); in compenso i lamenti e le urla nel resto
della canzone riescono a recuperare, trasudando dolore e tormento da tutti i
pori. Dopo la prima traccia il disco migliora gradualmente, lasciando un po’ da
parte i ritmi movimentati e le crisi incontrollate, per far spazio a placide
emozioni molto dolorose e struggenti: “No more Cerebral Activity” è una sorta
di stand-by psichico ricolmo di pensieri ed ansia, una specie di stato mentale
calmo ma psicotico, perfettamente sulla scia di una pre-esplosione psicologica.
Segue “Nothing in Nothigness”, il miglior brano del disco: una canzone
assolutamente perfetta dai caratteri struggenti, tristi e malinconici; state
attenti alla reazione del vostro animo, non è cosa leggera, ed a me è subito
entrata nel cuore. Il disco torna leggermente su sonorità precedenti con
“Dissolve in the Wind”, brano che pare unire le due stilistiche della band:
quella più “industriale”, meccanica e disturbante, con quella malinconica,
triste e toccante. Stesso fanno “Last Breath of Sorrow” e “White Death into the
Sleep”, ma riuscendoci più che bene: brani dalle emozioni struggenti e
penetranti, interpretazioni dolorosissime e lamenti disperati; sicuramente tra
i brani meglio riusciti della band. “Substance of my Physchosis” è un buon album nonostante qualche lacuna; c’è
ancora da lavorare meglio sulla personalità, ma già così lo standard a livello
di brano è buono. Una nota: ascoltando il disco potrete facilmente notare che
una delle voci ha una strana timbrica; purtroppo Thirteen Forever soffre di una
rara sindrome fisica che rende la voce stridula, ma c’è da dire che non rovina
nulla, anzi, rende il disco ancor più speciale ed interessante. Progetto
sicuramente con pro e contro, ma da tener sott’occhio.
VOTO: 8/10
-SADIK-
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