domenica 15 dicembre 2013

INTERVISTA AGLI ACID OCEAN (FABIO)


Ciao! Benvenuti su Sadik Underground Review. Raccontateci qualcosa della band: come è nata, e perché?

(Fabio): Ciao! Gli Acid Ocean sono nati poco più di un anno fa, anche se l’idea che sta alla base del progetto risale addirittura al 2002. In quel periodo avevo infatti iniziato a comporre del materiale piuttosto diverso dai miei soliti standard (ho sempre suonato Thrash Metal & affini) e avevo intenzione di dare vita a una nuova band, ma per una serie di motivi ho dovuto abbandonare il progetto dopo pochi mesi. Nel corso del tempo ho meditato più volte di riprendere questo discorso, ma solo lo scorso anno sono passato all’azione, grazie anche all’aiuto di Luca Caserini, batterista dei Sixty Miles Ahead. Luca e io abbiamo registrato i due brani del nostro 7” d’esordio, uscito lo scorso dicembre, e la formazione si è completata con l’ingresso di Diego Cavallotti, chitarrista dei Mellowtoy, che negli Acid Ocean ha suonato come bassista.

Non molto tempo fa c’è stato un cambio di line-up, spiegateci un po’.

(Fabio): Le parti di basso di “Mauerwerk”, il nostro ultimo brano, sono state composte e registrate da Silvia Ottanà degli Adam Carpet, ma si è trattato di una collaborazione temporanea. In realtà la line-up degli Acid Ocean è instabile per definizione. Quando ho dato vita a questa band ho scelto di non avvalermi di una formazione fissa, ma di collaborare di volta in volta con amici musicisti, in base alle loro disponibilità, o con membri delle altre band in cui suono: le percussioni su “Mauerwerk”, per esempio, sono state registrate da Gabriele Stoppa degli Elevation, mentre Matteo Scotti, bassista degli Unscarred, parteciperà alla registrazione del prossimo EP. Per la prima volta Luca non sarà dei nostri in studio, ma sia lui sia Diego avranno voce in capitolo in altri progetti successivi.

Parliamo ora del nuovo brano “Mauerwerk”. Com’è venuta l’idea di sviluppare un brano inizialmente calmo e che poi esplode? Che stilistica avete adottato?

(Fabio): Quando ho iniziato a scrivere “Mauerwerk” non pensavo che sarebbe diventata un brano degli Acid Ocean; poi, dopo averne proposta una versione ridotta nell’intermezzo acustico di un nostro concerto, ho capito che sviluppandola in un certo modo si sarebbe adattata perfettamente al sound di questa band, e così ho fatto. Chi ha ascoltato il nostro 7” forse non si aspettava un simile cambiamento rispetto ai primi brani, ma in realtà “Mauerwerk” testimonia di un lato degli Acid Ocean che non aveva ancora avuto modo di emergere, almeno in studio.   

I nuovi pezzi saranno sulla scia di “Mauerwerk”?

(Fabio): “Mauerwerk” è un caso abbastanza unico nella produzione degli Acid Ocean, e mi riferisco sia ai pezzi che incideremo a breve sia a quelli scritti dieci anni fa (e che un giorno, forse, decideremo di registrare). L’idea di cimentarci con un brano per lo più acustico, con clean vocals e un intermezzo di percussioni, era anche un modo per mostrare a chi ci segue che il nostro spettro sonoro è un po’ più ampio di quello che è emerso dai due brani del 45 giri. “Mauerwerk” va però considerata come un caso particolare, non come l’archetipo di quello che registreremo in futuro.

A proposito dei nuovi pezzi, raccontateci qualcosa a riguardo.

(Fabio): L’intento del prossimo EP, su cui stiamo per metterci al lavoro, è quello di far emergere tutte le anime che caratterizzano il nostro sound: Sludge, Doom, Stoner e altro ancora. Ciascuno dei tre brani – più lunghi e articolati rispetto a quelli incisi finora – seguirà una direzione autonoma, ma insieme dovrebbero dare un’idea molto definita della nostra identità artistica.



Descrivete il vostro carattere musicale con 3 aggettivi.

(Fabio): Subdolo. Corrosivo. Fulminato.

Purtroppo lo Stoner/Sludge Metal è un genere considerato morto. Siete d’accordo con questo?

(Fabio): Credo che la morte di un genere sia una questione di punti di vista, nel senso che spesso chi osserva un genere dall’interno nota molte più cose di chi lo guarda da fuori, di sfuggita. Tra l’altro io mi sono avvicinato al genere in modo “intuitivo” e lo sto approfondendo solo in questi anni, e anche gli altri musicisti che hanno collaborato al progetto provengono da sonorità differenti: di fatto ci stiamo muovendo in un territorio che per noi è ancora tutto da esplorare. Lo Sludge ha comunque delle ottime capacità combinatorie, si adatta a essere miscelato con Stoner, Doom, Psychedelic e tanto altro. Molte strade sono già state percorse, ma rispetto ad altri generi più rigidi qui è più facile lasciar emergere la propria personalità, che è quello che anche noi stiamo cercando di fare.

Quanto fanno fatica le band di questo genere ad emergere nella scena italiana ed estera?

(Fabio): Sulla (im)possibilità di emergere e sulla scena italiana in generale ci sarebbe tanto da dire, ma mi limito a constatare che questo non è propriamente un genere mainstream e che il suo circuito di appartenenza è in molti casi abbastanza slegato dal resto della scena. Devo comunque dire che fino a questo momento ci siamo preoccupati principalmente di avviare un nostro percorso: il vero tentativo di “emergere” lo lasciamo al futuro prossimo, quando avremo un po’ di materiale in più da proporre al pubblico e agli operatori di settore.

Cosa riservate per il vostro futuro?

(Fabio): Per una band (non) strutturata come gli Acid Ocean è difficile pianificare qualcosa che vada più in là di dopodomani, quindi non voglio espormi troppo. Diciamo che i riscontri ottenuti in questo primo anno di attività sono stati sufficientemente buoni da convincerci a proseguire su questa strada, e credo che l’obiettivo più importante sia quello di passare dallo status di side-project a quello di band in piena attività. Inoltre c’è già moltissimo materiale che aspetta di essere registrato e suonato dal vivo, per cui dopo la realizzazione di questo EP, che verrà registrato nel corso dell’inverno, vorrei rimettermi subito al lavoro su un altro progetto. 

Se avete qualcosa da annunciare, potete farlo qui. Vi ringrazio per il tempo dedicatoci, onore e piacere per me intervistarvi, alla prossima! Lascio a voi gli ultimi saluti:

(Fabio): Intanto grazie a te per lo spazio che ci hai dedicato. Invitiamo tutti voi ad ascoltare e scaricare “Mauerwerk” all’indirizzo http://acidocean11.bandcamp.com e a tenere d’occhio la nostra pagina Facebook (http://www.facebook.com/acidocean11) per ciò che abbiamo in serbo per i prossimi mesi. Un invito più generale, rivolto a tutti, è quello di cercare di conoscere meglio le realtà underground italiane, che sono tantissime e spesso di valore, e che possono competere – se non a livello di numeri, sicuramente a livello di qualità – con formazioni molto più note. Personalmente, credo che ci siano poche cose più piacevoli del passare serate nei vari locali a conoscere nuove band, nuovi suoni, nuovi modi per affrontare e interpretare la musica, elemento la cui assenza condannerebbe le nostre grigie esistenze a un’implacabile e gigantesca rottura di coglioni.

Intervista a cura di -SADIK-


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