lunedì 11 agosto 2014

INTERVISTA AI REJEKTS

I Rejekts

Buonasera ragazzi, benvenuti nelle pagine di Sadik Underground Review. Domanda canonica: come si è formata la band e perché?

(Black): La band nasce nel 2006 per mia iniziativa e di altri tre ragazzi che non suonano più con noi. L’idea di fondo era esprimere la nostra rabbia e la nostra negatività, una valvola di sfogo, ed eravamo andati a parare su generi che in quel periodo ascoltavamo. Si può quindi andare dal Punk Hardcore al Crust più oscuro, per poi evolversi in quello che facciamo attualmente con l’arrivo progressivo dei nuovi membri. La formazione attuale l’abbiamo raggiunta con l’arrivo di Nico (Ninì), l’attuale batterista, quindi dopo "Nessuno" (Demo 2010).

(Paco): Le motivazioni che ci hanno spinto alla creazione di questo progetto sono già state dette e sono quelle che accomunano un po’ tutti i gruppi. Col passare del tempo e dei cambi di formazione le tematiche si sono chiaramente evolute ma fondamentalmente la storia rimane più o meno quella: disagio.

Rejekts - "Nessuno" (2010)

Vi sentite più vicini all’HC, al Grindcore o al Black Metal?

(Black): Parlando strettamente di influenze mi sento molto vicino al Punk Hardcore, soprattutto per una questione di attitudine e per la mia vicinanza a quel modo di vivere la realtà musicale. Per quanto riguarda alle altre influenze penso siano semplicemente funzionali al fine che volevamo esprimere, es: la furia del Grindcore mischiata alla possibilità di trattare temi più elevati vicini al Black Metal. Non è da escludere l’aggiunta di nuove influenze future.

(Paco): Io posso parlare più che altro del mio modo di pormi nella fase di composizione. La mia esperienza musicale si basa soprattutto sul Thrash Metal se parliamo di underground, ma se parliamo di quello che porto all’interno del gruppo dal punto di vista compositivo non riesco ad avvicinarmi ad un genere in particolare. Ci sono momenti dove metto partiture vicine al Death Metal e altre dove la linea melodica è molto vicina al Pop (es. intro di "Fango" molto simile ai Red Hot). In fondo il Grind ti permette di mescolare un po’ con qualsiasi genere.

Approposito di Grindcore: pro o contro al Grind demenziale?


(Black): Dipende da cosa si intende per Grindcore demenziale. Alcuni sono stati effettivamente geniali riuscendo a fare quasi del dadaismo musicale, basti pensare agli Anal Cunt. A questo punto questo genere sia effettivamente il risultato finale dell’evoluzione del Punk Hardcore. L’unico tipo di Grind dove si può offendere per davvero quindi... Ben venga.

Un vostro parere su generi quali Goregrind, Pornogrind e co.?

(Black): Penso che quello che c’era da dire sia già stato detto dai capostipiti (Carcass per il Gore; Meat Shit per il Porn). Gli unici che con il mezzo del Gore siano effettivamente riusciti a dar fastidio per davvero e a fare in qualche modo della critica. Quello che c’è ora mi sembra solo una copia e mi sembra che non scandalizzi nemmeno più.

Parliamo ora del vostro album “UNO -“: che significa il titolo? Uno in meno?

(Black): "UNO -" mi sembra la logica continuazione di "Nessuno" e no, il prossimo album non si intitolerà 100.000. Se con "Nessuno" il quadro era nichilista e volto a distruggere, in "UNO -" c’è la ricerca di qualcosa, dell’interiorità, di che cos’è l’uomo. Una presa di coscienza che non avverrà come si può capire dal finale dell’album e dalla copertina.

(Paco): Il “meno” significa semplicemente Uno in giapponese (ichi -). Il motivo di questa scelta, oltre al semplice numero, sta nel significato che ha assunto nel corso dello sviluppo della filosofia zen e della sua pittura come metodo per avvicinarsi alla verità (ichi era uno dei soggetti più gettonati). La copertina è un altro elemento che in qualche modo rappresenta quello che ha già detto Black. All’interno di quel dipinto c’è nascosto un messaggio che si nota con facilità se osservato con un po’ d’attenzione. Se ti interessa l’artista è Hasegawa Tohaku, un pittore del 1500 molto interessante che si è dedicato a molti stili classici giapponesi oltre alla pittura zen monocromatica, ed è lo stesso artista del tema interno del nostro libretto.

Rejekts - "UNO -" (2013)

Da dove deriva la vostra attitudine nichilista/simil-misantropa?

(Black): Non è qualcosa di scelto a tavolino, sicuramente. Considerando che fin’ora l’autore dei testi sono sempre stato io devo dire che l’impronta nichilista deriva semplicemente dall’accumulo di frustrazioni subite nel corso della vita, l’impossibilità vera di comunicare e il senso di solitudine che comporta l’esistenza in una società come la nostra. Penso che l’importante quando si scrive una canzone o si realizza un qualsiasi tipo di opera l’importante è essere sinceri, esprimere ciò che si sente. Il discorso della misantropia pensa che ognuno di noi se lo viva un po’ a modo suo. Io in particolare soffro l’incapacità di comunicare della mia specie.

(Paco): Io non posso che trovarmi d’accordo con quello che dice Black per un semplicissimo motivo: oltre che a suonare insieme siamo anche ottimi amici e si parla spesso di tematiche di questo tipo. In fondo penso che ci sentiamo un po’ tutti insoddisfatti per qualcosa e oltre tutto viviamo in una società che effettivamente non ti offre l’opportunità reale di sfogare le proprie insoddisfazioni e non offre nemmeno l’opportunità di prestarci mutuo soccorso proprio per quel problema di assenza totale di comunicazione ed empatia. Detto questo credo di sentirmi molto vicino ai testi scritti fin’ora da Black.

Novità in serbo?

(Black): Stiamo scrivendo un EP di tre pezzi. Per ora posso solo dirvi di aspettarvi qualche novità sulla mescolanza d’influenze di cui parlavamo prima. Chi vivrà vedrà. Per ora vorremmo intensificare la nostra attività live.

(Paco): Non dico altro, altrimenti dovrei ucciderti.

Vi lascio con questa frase ironica, commentatela: “Non puoi essere un musicista e fare Grindocore: o fai uno, o fai l’altro”. A presto!

(Black): Assolutamente d’accordo, visto che il Grindcore come l’Hardcore quello vero è fatto per pilotare concetti. Quando abbiamo cominciato a Interessarci alla musicalità infatti abbiamo sporcato il genere con altro a seconda delle intenzioni. Ad ogni modo il miglior Grind per me resta quello ignorante. Grazie per lo spazio concessoci. A presto e ci vediamo a qualche concerto.

(Paco): L’anima di Seth Putnam sia con voi.

Intervista a cura di -SADIK-


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