L’album in questione è un po’ particolare, difficile da dire se in modo positivo o meno però. La prima traccia “La Tua” si apre con semplici riff che sfociano in un ritmo quasi “tribale”, ma lascia un senso di incompletezza in quanto ha una durata brevissima. Tralasciata questa "premessa", prendiamo in considerazione la seguente “E' Difficile”: in apertura troviamo una serie di riff che ricordano molto lo Stoner Rock, ma diviene un po’ troppo caotica dopo la parte vocale; il suono sarà pure grezzo quanto basta, ma manca una sorta di armonia tra la parte strumentale e quella cantata. Questa era solo la seconda traccia, e giudicare da subito un album non sarebbe giusto: senza seguire l’ordine della tracklist, prendiamo in considerazione “L’estate non Conta (Pt.1)”: i riff sono vari e accompagnati da una batteria incalzante; stesso sound, ma la voce in alcuni tratti è appena percettibile (del resto, anche la qualità di registrazione ha un ruolo importante nella realizzazione di un album). Più interessante però è la malinconica “L’estate non Conta (Pt.2)”, sicuramente una delle migliori. Più sperimentale è invece l’ultimo brano “Nell’Ora della nostra Morte”, dove abbiamo l’intervento della tastiera; personalmente mi ha dato una strana sensazione, sembra proporre un’atmosfera quasi futuristica. Descrivere il lavoro track by track sarebbe troppo ripetitivo, ho preferito darvi un’idea generale; non siamo di fronte ad un capolavoro, ma nemmeno ad un’opera mal riuscita, pertanto, il mio giudizio cercherà di far “incontrare” i due opposti.
VOTO: 6/10
-MasterEvil-
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