Alcune metal bands sfornano un ottimo debut album; altre invece cominciano in maniera meno brillante. I Motto Perpetuo, band spagnola che dal 2007 miscela sound Gothic Metal e Power Metal ad elementi Progressive, hanno iniziato malissimo. Sul proprio profilo Facebook il gruppo descrive così il risultato del proprio lavoro, sfornato nel 2009: "Un suono sobrio e pulito, con una base solida, chitarre impressionanti e brillanti, melodie vocali e di tastiera più che buone". Purtroppo per Jordi Fernandez e soci, la realtà è assai diversa. "Perpetual Time" è inconcludente, insignificante e banale. Non sorprende, non emoziona e non esalta; al più annoia. Alcune idee buone ad essere onesti ci sono, ma si perdono in un groviglio inestricabile di melodie inconsistenti, ritornelli mal congegnati, linee vocali prive di senso. Uniche eccezioni la bella "Life's Mirror" e la struggente "Seventh Heaven". Per il resto, nulla di interessante. Le chitarre soliste e la batteria, che pure sono buone davvero, non bastano a sostenere il fragoroso fallimento della vocalist, che a tratti provoca il violento desidero di perdere completamente l'udito, e il songwriting misero e miope. Spesso si incappa nel cosiddetto "già sentito" (l'Intro sarebbe carino, se il tema portante non fosse scandalosamente simile a "Forever One" degli Helloween, che ha già dovuto subire l'oltraggio di essere plagiata da Al Bano), per non dire nell'"orrendo" vero e proprio ("Children Of The War" è agghiacciante dalla prima all'ultima nota). Normalmente nelle mie recensioni analizzo l'album traccia per traccia, elencando pregi e difetti singolarmente: in questo caso mi sembra perfettamente inutile. In sintesi, un disco mal riuscito. L'augurio è che i Motto Perpetuo, tecnicamente dotati e forti di alcune idee compositive niente male, defenestrino le goffaggini della cantante, le indecisioni nel songwriting e producano un lavoro soddisfacente.
VOTO: 5/10
-Maglor-
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