Con la mia esperienza di recensore mi sono trovato davanti
svariati album… E ne ho sentiti di tutti i colori. Da quelli totalmente
sperimentali ai dischi-plagio, dalle piccole perle ai demo fatti da cani e via
dicendo. Poi ci sono quei dischi che partono bene con qualche brano, ma che poi
calano, rivelandosi un disastro, facendoti crollare le braccia; oppure ci sono
quelli che partono male, ma che pian piano si rialzano e si riprendono come si
deve. Quest’ultimo è proprio il caso di “A Farewell to Gravity”, album degli
Hypnotheticall, band Progressive Metal italiana sotto contratto col trio
Logic(il)Logic - Atomic Stuff - Andromeda. In realtà gli Hypnotheticall sono
molto di più di quello che viene chiamato “Progressive”, ed ora vediamo il
perché: da un punto di vista generale troviamo un mix di Rush, King Crimson,
Porcupine Tree, Opeth e Meshuggah (niente Djent in questo caso), ma con una
massiccia aggiunta di atmosfere, melodie, percussioni e varie stilistiche più incentrati
sulla musica popolare. Come accennato prima l’inizio non è dei migliori:
l’opener trio “From the Universe Beyond”, “Home” e “Drifting Dreamers” non fa
altro che ricalcare ed assimilare quanto fatto da Tool e Staind, nonostante sia
evidente quanto la band cerchi di andare fuori categoria, sperimentando su
questa stilistica Progressive/Alternative Metal prelevata da altri gruppi. Ed è
proprio dalla successiva “Let Life be an Origami” che l’album si riprende, si
rende conto degli errori, e rimedia, muovendosi sostanzialmente tra il Prog
Rock ed il Progressive Metal. Tutto rinasce: dalla personalità alla stilistica,
dai cambi di tempo agli arrangiamenti, dalle atmosfere al groove e via dicendo.
Vengono introdotti ottimi arrangiamenti grazie al synth: prestazione di gran
classe, atmosfere curate nei minimi dettagli, vassoio perfetto per i cambi di
tempi, anch’essi ben strutturati e complessi. Molto convincente è la parte più
calma, dotata di un certo phatos ed atmosfera, alternata a parti più lanciate
che convincono, ma non quanto le precedenti. Tutto funziona perfettamente, ogni
cosa risulta scorrevole ed in sintonia con il paesaggio musicale che la
circonda. Che dire… Spettacolo. Non mi dilungo troppo o rischio di appesantire
la recensione, ma consiglio vivamente l’ascolto di questo bellissimo “A
Farewell to Gravity” a chiunque ami la buona musica, che sia Metal, Rock o Pop.
Band assolutamente da tenere sott’occhio.
VOTO: 7,5/10
-SADIK-
0 commenti:
Posta un commento