giovedì 17 ottobre 2013

HYPNOTHETICALL – A FAREWELL TO GRAVITY






















Con la mia esperienza di recensore mi sono trovato davanti svariati album… E ne ho sentiti di tutti i colori. Da quelli totalmente sperimentali ai dischi-plagio, dalle piccole perle ai demo fatti da cani e via dicendo. Poi ci sono quei dischi che partono bene con qualche brano, ma che poi calano, rivelandosi un disastro, facendoti crollare le braccia; oppure ci sono quelli che partono male, ma che pian piano si rialzano e si riprendono come si deve. Quest’ultimo è proprio il caso di “A Farewell to Gravity”, album degli Hypnotheticall, band Progressive Metal italiana sotto contratto col trio Logic(il)Logic - Atomic Stuff - Andromeda. In realtà gli Hypnotheticall sono molto di più di quello che viene chiamato “Progressive”, ed ora vediamo il perché: da un punto di vista generale troviamo un mix di Rush, King Crimson, Porcupine Tree, Opeth e Meshuggah (niente Djent in questo caso), ma con una massiccia aggiunta di atmosfere, melodie, percussioni e varie stilistiche più incentrati sulla musica popolare. Come accennato prima l’inizio non è dei migliori: l’opener trio “From the Universe Beyond”, “Home” e “Drifting Dreamers” non fa altro che ricalcare ed assimilare quanto fatto da Tool e Staind, nonostante sia evidente quanto la band cerchi di andare fuori categoria, sperimentando su questa stilistica Progressive/Alternative Metal prelevata da altri gruppi. Ed è proprio dalla successiva “Let Life be an Origami” che l’album si riprende, si rende conto degli errori, e rimedia, muovendosi sostanzialmente tra il Prog Rock ed il Progressive Metal. Tutto rinasce: dalla personalità alla stilistica, dai cambi di tempo agli arrangiamenti, dalle atmosfere al groove e via dicendo. Vengono introdotti ottimi arrangiamenti grazie al synth: prestazione di gran classe, atmosfere curate nei minimi dettagli, vassoio perfetto per i cambi di tempi, anch’essi ben strutturati e complessi. Molto convincente è la parte più calma, dotata di un certo phatos ed atmosfera, alternata a parti più lanciate che convincono, ma non quanto le precedenti. Tutto funziona perfettamente, ogni cosa risulta scorrevole ed in sintonia con il paesaggio musicale che la circonda. Che dire… Spettacolo. Non mi dilungo troppo o rischio di appesantire la recensione, ma consiglio vivamente l’ascolto di questo bellissimo “A Farewell to Gravity” a chiunque ami la buona musica, che sia Metal, Rock o Pop. Band assolutamente da tenere sott’occhio.

VOTO: 7,5/10

-SADIK-



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