Ragazzi, non ci siamo. Chiariamoci fin da subito: non voglio ripararmi dietro a presunte chiusure mentali, ma se si sfornano dischetti da autogrill, conditi delle peggiori soluzioni stilistiche (trite e ritrite tra l'altro) non ci si può aspettare niente di positivo! Non sono cattivo, sono solo crudamente realista, perché se uno si categorizza nel Death Metal... Death Metal deve suonare. So benissimo quello che dico, e so benissimo che il Death è uno dei generi più aperti dal punto di vista sonoro; ma qui no, qui non significa essere particolari, innovativi... Qui si parla di riff di una bassezza infima pompati al massimo (Ah... Quanto vorrei vedere molti di questi gruppi se il digitale sparisse...), intrecciati a parti pesantemente tecniche, che con il Death Metal non hanno niente e che fare. Intendiamoci, non sto buttando nel cesso quest'album, ma non si può spacciare qualcosa per quello che non è! L’agghiacciante monotonia della voce è forse l’elemento che caratterizza più marcatamente, in peggio, tutto il lavoro. Dopo il primo brano, ogni nota spalanca le porte del dejà-vu più disarmante; non si riesce a trovare, per tutta la durata dell'album, un qualcosa che, pur lontanamente, ricordasse il Death Metal... Anche quello "stravagante" che dicono di suonare (vabbeh, non tocchiamo questo tasto perché è assolutamente extra-musicale). Ok, basta così, perchè non ho altro da scrivere. Ultima precisazione: non se ne può davvero più del proliferare incontrollato di band dedite al più scialbo e innocuo Metalcore/Deathcore (si, perché è questo quello che suonano, non Death Metal) sta diventando un fenomeno davvero preoccupante. Vadano le poche, anzi pochissime, formazioni che hanno ancora qualcosa da dire, ma qui si sta raschiando il fondo. Perché non essere sinceri nel genere che si suona e non "etichettarsi" in un altro genere? Si risparmierebbero brutte figure. Come questa. Chi cerca del sano Death Metal (in qualsiasi delle sue mille sfumature), giri lontano da quest'album.
VOTO: 4/10
-Death Vibrion-
Potrei di grazia sapere l'anno di nascita dell'autore di cotanta amenità recensiva? Grazie.
RispondiElimina1988
EliminaCiao Matteo mi chiamo Davide, ho 35 anni, ascolto musica estrema dal 1992 e la suono dal 1996. Sono incappato per caso su questo sito, e il mio primo "contatto" è stata questa recensione di un gruppo che peraltro neppure conoscevo. Mi permetto di dirti senza polemica (faccio una professione retribuita e continuativa da 13 anni in cui mi pagano per scrivere e leggere, anche se non recensioni e non di musica, non sono laureato) che queste tue righe sono una tra le esternazioni più avvilenti e perniciose che mi sia capitato di leggere nella mia vita. Di regola leggo Impatto Sonoro e Rockline. Non intendo esprimere pareri nè sul prodotto in questione, nè considerazioni di collocazione musicale. Ma mi permetto di avere la nettissima percezione che a Te non interessasse in alcun modo recensire questo, nè nessun altro disco o prodotto di ingegno, passione e perizia artistica. Ho l'impressione, temo fondata, che tu avessi il dito sul grilletto da tempo e la canna puntata non su questa band, ma su qualcosa che ti desse fastidio in merito al genere, o alla sua commistione con una qualsivoglia altra influenza. Ma quello che hai scritto è uno squallido anatema (questo sì davvero trito e ritrito da generazioni di recensori/giudici poco più che adolescenti come te) senza capo, nè coda, che lede in maggior proporzione in primis TeStesso, in seconda battuta la testata che ospita (immagino a titolo gratuito) le tue esternazioni (e pregherei i responsabili del tuo operato di tenerne conto seriamente). Non entro nel merito del livello di frustrazione intellettuale ed umana che possa aver aver alimentato le tue parole, ma quello che mi preme dirti è che delusioni inutili e immotivate (ovviamente l'e.p. l'ho ascoltato...) come quella che Tu hai dato a questi esseri umani che hanno prostrato il loro operato al giudizio magari non tuo ma della tua testata (che reca altresì un nome in questo caso specifico altamente simbolico) è una delle maggiori cause di tensione lesive per la vita e la sopravvivenza di una band, a maggior ragione se emergente ed indiscutibilmente talentuosa, oltretutto in un contesto di degenerazione generale come quello in cui siamo costretti, per il fatto di appartenere alla stessa specie, a convivere . Pertanto, qualora queste tue parole potessero mai in qualche modo adìre ad un qualche processo di causa/effetto all'interno della Band che possa minarne la salute emozionale ed umana, allora esigerei che Tu facessi una lucida ed onesta analisi della tua Etica e Morale sia "professionali", che intelletuali/culturali, che morali, che umane. Mi auguro Tu non sia buddista o affine a discorsi karmici. Grazie per lo spazio concessomi, qualora le mie parole fossero ritenute offensive o lesive della Vostra immagine vi prego fin d'ora di provvedere alle azioni che ritenete più congrue.
RispondiEliminaPremessa: io non sono il recensore, io sono il fondatore del sito, e mi firmo con -SADIK-.
EliminaIl recensore ha parlato direttamente con la band, e ne è uscita, come mi pare tu hai detto ora, un'incongruenza coi generi recensiti dal recensore (ergo: -Death Vibrion- recensisce Death Metal, e la band si è presentata appunto come Death Metal), di conseguenza è stato scritto ciò. Sì, la recensione è piuttosto dura e cruda, il recensore ne ha parlato direttamente alla band; non so che si siano detti in privato sulla questione
Ciao sadik, innanzitutto ti ringrazio per la risposta e per il suo tono più pacato e sereno di quanto mi aspettassi o magari meritassi. Detto questo peró continuo a ad avvertire una calcificata e credo improduttiva mania etichettatrice che mi disarma, e mi appare ora come l'unico motivo di questo malinteso critico. Matteo non ha scritto una sola parola direttamente inerente al lavoro recensito; dice ció che non è, ma non dà nessuna informazione utile alla classificazione della band (e non puó essere considerata metalcore dai...) . Ma se ci si incaponisce in siffatta maniera sul termine/genere Death metal, allora dovrebbero esistere solo band clone di Sinister, Vader, Master o Autopsy per ció che io definisco Deathmetal, e arriveremmo al paradosso di non saper più neppure definire Sound of Perseverance dei Death... La mia reazione forse eccessiva è stata anche motivata da un mio misunderstanding circa il blasone e l'autorevolezza della vostra testata, che ho, perdonami, sovrastimato in termini quantomeno di visibilità e conseguente "pericolosità" mediatica. Ho visto la vostra pagina FB e ho notato che avete quasi meno follower dei fan delle band che recensite. Apprezzo la scelta editoriale di prendere in considerazione band energenti/sconosciute invece di cinentarsi nella milionesima recensione di Surgical Steel, ma se allora vi ponete allo stesso livello underground delle band che recensite, una non-recensione come quella di Matteo, e le diatribe che per forza ne conseguono (la mia ad esempio) non puó che far drasticamente e tristemente decadere il tono delle conversazioni a livello di "guerra tra poveri", che già vediamo nella vita quotidiana e alla quale appunto suonando e producendo cerchiamo tutti di sopravvivere. Ciao e grazie di cuore.
RispondiEliminaAltra premessa: Matteo non è il recensore, Matteo Antonelli sono io, alias -SADIK-... Il recensore si chiama Giuseppe
EliminaA mio parere hai ragione tu su molte cose, come che questa è una "non-recensione", e su questo ti do ragione, e ho già provveduto a farlo presente al recensore.
Per quanto riguarda la parte di Vader ecc ecc, parere del recensore