Nelle band ad alto tasso tecnico (in specie quelle che presentano contaminazioni Progressive) è sempre in agguato la tendenza di privilegiare la tecnica alla costruzione delle canzoni. Ebbene, gli Elegy Of Madness possono affermare di aver evitato il pericolo. "Brave Dreams", il loro ultimo lavoro, è equilibrato, ben calibrato e curatissimo; nonostante i membri della band siano tecnicamente preparatissimi (e si sente), la tecnica è messa al servizio delle canzoni (e non viceversa). I brani sono, nel complesso, molto gradevoli; le influenze (in particolare Epica, Nightwish e Dream Theater) perfettamente ravvisabili, senza però scadere nel plagio. Il pezzo forte della band è decisamente la vocalist Anja Irullo, che salta subito alle orecchie dell'ascoltatore per il timbro morbido e scuro, e lo accompagna, senza mai stancare, durante tutto l'ascolto dell'album. "Brave Dreams" però ha un difetto d'origine. Le chitarre risultano, talvolta, troppo invasive, a scapito delle tastiere. Un vero peccato, giacché, se si fossero privilegiate queste ultime (che presentano magnifici arrangiamenti), ne sarebbe venuto fuori un vero capolavoro. La opener "Suad", un brano decisamente Progressive di chiara influenza Dream Theater, alterna pesantissimi riff a intermezzi acustici che ricordano vagamente i Death; a ben vedere, c'entra abbastanza poco con il resto di Brave Dreams. Con "Sinner" gli EoM aggiustano decisamente il tiro: autentico Symphonic Metal in stile Nightwish, semplice e veloce, con un bel ritornello orecchiabile che ricorda vagamente gli Epica di "The Divine Conspirancy". Segue "For You", brano di chiara influenza Epica, caratterizzato da orchestrazioni che lasciano senza fiato e una chiusura dove la voce femminile e growl si alternano, quel 'beauty and the beast' tanto caro alle band Gothic. "Run Away" è di gran lunga il pezzo forte dell'album, con un ottimo riff iniziale e un gran ritornello dove Anja sfoggia le sue notevoli doti vocali. "Brave Dreams" è la classica ballad; poco interessante, a parte il gustoso solo di chitarra. L'introduzione di "Red Dust", voce maschile accompagnata da una tastiera new age, lascia presto il posto alla chitarra, che la fa da padrone per quasi tutta la canzone. Da segnalare l'ingresso della voce growl nel finale. Nell'ultima parte dell'album le tastiere assurgono a nuova vita, riprendendosi lo spazio tolto loro dalle chitarre nelle precedenti tracce, e i pezzi acquisiscono uno spessore notevole: chiudendo gli occhi, sembra quasi di vivere un film. "Into The Tale" è un intermezzo orchestrale, di breve durata (meno di due minuti) ma di immensa intensità, quasi un estratto d'una colonna sonora. Si apre quindi "The Sacred Willow", una canzone sempre in stile Epica, dove le tastiere dominano; i riff azzeccati e le parti vocali impressionanti lo rendono uno dei migliori brani del disco. "Holding Your Hands" è l'altra ballad del dell'album, molto bella e suggestiva, di vago sapore cinematografico. Cinque minuti di pura emozione, nei quali Anja dimostra ancora una volta di saperci davvero fare. "21st March" conferma la capacità compositiva del gruppo: orchestrazioni sublimi, batteria incalzante, un ritornello di facile accesso. La canzone di chiusura, "Uomo", di per se stessa sarebbe anche bella, se non fosse per un fastidioso hip hop che sembra piazzatovi dentro solo per dare un impiego a qualche rapper disoccupato. Nel complesso "Brave Dreams" è un ottimo album, che piacerà sicuramente ai fan dei vecchi Nightwish. Ed è la prova che gli EoM hanno tutte le carte in regola per diventare Qualcuno.
VOTO: 7.5/10
-Maglor-
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