Riassunto in tre spaiate parole: scintillante, intrigante e
sfavillante; si può così remunerare l’infante demo “Blurred Sight” della band lecchese, gli Epigraph. Il genere musicale che ripropongono in
maniera solerte è un Melodic Death Metal interpretato al senile stile dei primi
At The Gates di "The Red In The Sky Is Ours", ma in prevalenza ai Ceremonial Oath, sopratutto per quanto riguarda il disco "Carpet". Nonostante siano agli inizi della loro adolescenziale
carriera, riescono a produrre un allettante demo, che a primo ascolto mi ha
celermente sedotto. Le strutture delle canzoni sono ben congegniate e variopinte,
con altalenanti spazi rallentati e altri più celeri, non dando mai la
sensazione di soporifero e tedio. Le chitarre fanno un egregio lavoro insieme alla
batteria, sfogando tutto il loro empito interiore nel tentativo di disarcionare
l’ascoltatore; la distorsione delle loro 6 corde si presenta alquanto mordace e
salace. La voce di Alessandro Mazzoleni mi ha particolarmente irretito dal suo timbro
vocale abietto, di anziana fattura riesumando cantanti di notabile calibro,
come Tomas Lindberg e Anders Fridén. Da prendere in considerazione l'omonima canzone “Blurred Sight”, che dal minuto 5:51 a
6:08 ha un giro di sapore Opethiano, riguardante a “Burden”, dal minuto 5:12 a 6:15 dell’album "Watershed". Insomma, da questo nido è sbocciato un pulcino che, con le varie
fasi della sua pubertà, lo rivedremo tra qualche anno finalmente adulto.
VOTO: 7/10
-Francesco LaBrie-
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