lunedì 11 novembre 2013

DORMIN – PSYKHE COMATOSE DISORDER






















"Mother forgive me for...
Covering my eyes.
Now die for me...
And let me exist again"

Così voglio iniziare, con il finale, con la soluzione, con l’ultima frase. “Psykhe Comatose Disorder” è dolore convertito in musica: l’album è frutto di un bruttissimo periodo passato dal cantante-chitarrista Rex, dovuto a causa della morte della propria madre. Vi parlo da grande stimatore -e fan- della band: riuscire a trasmettere così tanto in maniera chiara e comprensibile è cosa difficile, sia in campo compositivo sia in campo narrativo (ho avuto un occhio di riguardo anche per i testi; ottimi). Ecco, già che ci siamo, la parte compositiva: personalmente fatico a trovare un descrizione esatta… Probabilmente perché una cosa simile non si era mai sentita, o forse perché la musica sta in ciò che sente il cuore e non in ciò che odono le orecchie? Probabilmente è solo un mio delirio e non centra, o forse no, ma se devo proprio trovare un modo tecnico per descrivere il prodotto dei Dormin ho ritrovato varie influenze da parte del Doom e Black Metal, Shoegaze, Blackgaze, e forse un qualcosa di “Post-” Guarda a caso si viene a contatto con un qualcosa di non troppo delineato in schemi precisi; il tutto risulta molto difficile da descrivere e spiegare, anche se probabilmente è anche colpa della personalità poco chiara. Tra riffing Blackeggianti, arpeggi, pause atmosferiche, ritmi fulminei e lenti -tipici del Doom- si erge un’eccellente interpretazione vocale, composta da varie tipologie di scream e cleans pieni di rabbia e dolore. A livello emotivo c’è davvero di tutto: dall’odio alla rabbia, dall’esasperazione all’oppressione, dal dolore al soffocamento; disagio su disagio, stati mentali su stati mentali creano un ambiente alquanto lugubre e struggente. Ma alla fine non voglio spoilerarvi tutto: vi dico però molta dell’essenza è contenuta nella ballad finale “Metempsychosis (The Nightwind whispers a Lullaby)”; una canzone veramente emozionante e penetrante. Ora non rimane altro se non comprendere e sentire il disco ascoltandolo, ma spetta a voi questo; cosa aspettate?

VOTO: 7,5/10
-SADIK-



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