Necromass. Il ritorno dei soli ed unici Necromass. Dopo 17 anni dal loro ultimo full-lenght, i Necromass ritornano con "Calix. Utero. Babalon.". La prima traccia dell'album è la self titled track "Calix Utero Babalon", una traccia strumentale, rilassante e meditativa, piuttosto "spiazzante". Dalla seconda traccia, "Chapel Of Abominations", le cose si fanno serie: tutta la potenza e la malvagità dei nuovi Necromass viene fuori. "Dawn Of A Silver Star" segue la scia della canzone che la precede: i riff taglienti e precisi alternano parti melodiche ad assoli, e il lavoro di batteria di Charun amalgama perfettamente le varie parti eseguite alla perfezione da tutti i componenti del gruppo. La quarta traccia "Vacuum" è una traccia particolare, quasi atmosferica; una voce legge, proprio come in un rituale, e d'improvviso si alza un coro in lontananza. Le tre canzoni seguenti, "Scarlet Void Of Lust", "The Bornless One" e "Beyond The Veil Of Shame And Glory", presentano, in particolare, un cantato che si alterna tra lo scream più marcio e violento e il growl più oscuro e potente, aggiungendo anche un semplice parlato. Dopo la "pausa" di "Beyond The Veil Of Shame And Glory" irrompono "Stellae Rubae" e "Ad Lucifers Vim", le migliori track dell'album, dal suono sinistro, veloce e potente, facilmente accostabile al Death/Black metal di stampo svedese. L'album si chiude con la strumentale e tranquilla "Mater Triumphans". In conclusione, questo può sicuramente essere definito il miglior album dei Necromass: non poteva esserci un ritorno migliore per la band fiorentina. Abbiamo aspettato tanto, ma ne è valsa la pena!
VOTO: 9/10
-Priest-
Ascolto: http://www.youtube.com/watch?v=ZSXOM_kDQsI
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